Breve storia dei tarocchi

A SCUOLA DI TAROCCHI

Cammino della luna

5/3/202513 min read

stack of six brown hardbound books
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Inizio subito con il dire che probabilmente questo articolo nonostante il titolo “Breve storia dei tarocchi” non sarà tanto breve; tuttavia ho cercato di essere il più sintetica possibile e parlare dei momenti più importanti della storia di questo magico strumento di divinazione.

Senza ulteriore indugio partiamo subito con l’argomento dell’articolo!

Le immagini e l'articolo sono stati realizzati senza l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale

LE ORIGINI DEI TAROCCHI

Filippo Maria Visconti, uno di noi!

La nostra storia ha inizio alla fine del ‘300 quando le carte da gioco si diffusero nell’Europa occidentale e le autorità dovettero regolamentarne l’utilizzo perché esse erano principalmente usate nel gioco d’azzardo.

Nel 1415 Filippo Maria Visconti ( 1392 - 1447 ), duca di Milano, commissionò un mazzo di carte con 16 divinità classiche e con immagini di aquile, fenici, tortore e colombe che rappresentavano quattro temi etici (ricchezza, virtù, verginità e piaceri) e dalle fonti dell’epoca questo mazzo venne definito “Un genere squisito di trionfi”.
Va notato che all’epoca per “trionfi” si intendevano quelli che oggi chiamiamo Arcani Maggiori, inoltre è interessante notare che alcune delle figure che comparivano in questo primo esempio poi sono rimaste nei tarocchi successivi come Giove nell’Imperatore, Cupido negli Amanti e Diana nella Luna.
Nonostante il duca di Milano avversasse il gioco d’azzardo al contempo amava molto i giochi educativi e per questo motivo tra il 1442-1448 commissionò un altro mazzo e questa volta si trattava di tarocchi veri e propri.
Di questo mazzo rimangono solo 67 carte (11 trionfi, 17 carte di corte e 39 carte numerali) e ad oggi si trova conservato alla Beinecke Library dell’Università di Yale. Una nota che va aggiunta è che delle carte numerali molte presentano il motto dei visconti “a bon droit”, “amor meo” e “phote mantenir”.
Da questo primo mazzo derivò quello che oggi è noto come “Tarocchi Visconti-Sforza” del quale esistono vari esemplari prodotti tra il 1450-1480; di questi mazzi il più completo è costituito da 74 carte ed è diviso tra l’Accademia Carrara di Brera e la Pierpoint Morgan Library di New York; l’autore di questo mazzo specifico è Bonifacio Bembo, ma alcune carte sono attribuite anche al pittore Antonio Cicognara.

È interessante notare che anche Ferrara ha una testimonianza antica (risalente al 1442) di tarocchi dal momento che in alcuni documenti di quell’anno si ha un pagamento all’artista Jacopo Sagramoro per aver dipinto alcune “chartexele dei trionffi” per il signore della città Lionello d’Este.
Purtroppo dei mazzi di Ferrara restano pochi esemplari ed il più famoso è quello detto “di Carlo VI” o “Gringonneur” poiché per molto tempo si credeva che fosse stato commissionato dal re di Francia, Carlo VI, a fine ‘300 e si pensava che non fosse stato realizzato in Italia, ma in Francia.
In realtà questo mazzo venne realizzato a Ferrara attorno al 1470, ad oggi ne restano solo 16 trionfi ed un fante di spade ed il mazzo è conservato alla Biblioteque Nationale di Parigi.
A questo punto i tarocchi si diffusero in tutt’Italia dando il via a tante diverse tipologie regionali.

Filippo Maria Visconti
Filippo Maria Visconti
Tarocchi Beinecke Library
Tarocchi Beinecke Library

Tarocchi
Visconti-Sforza

Tarocchi Beinecke Library

Arcano XV Il Diavolo tarocchi Visconti Sforza
Arcano XV Il Diavolo tarocchi Visconti Sforza

Filippo Maria Visconti

Tarocchi Carlo VI
Tarocchi Carlo VI

Tarocchi Carlo VI

I TAROCCHI MARSIGLIESI

Dalla Francia con furore

Se i tarocchi nacquero in Italia fu in Francia che si creò il modello base dei tarocchi che si diffusero in Italia, e anche in Spagna; modello che fu usato come base per tutti i tarocchi per i successivi secoli (fino al *900).
In Francia infatti nacquero i Tarocchi di Marsiglia che si possono considerare una continuazione del tarocco lombardo costituitosi a Milano nel ‘400 e di altri due modelli di mazzi che si diffusero prima tra Firenze e Bologna e poi a Ferrara.

Va ricordato infatti che in quel periodo la Lombardia venne occupata dai francesi e probabilmente grazie agli spostamenti degli eserciti tra Italia e Francia i tarocchi raggiunsero Lione (che all’epoca era già un importante centro per la produzione di carte da gioco).
Fu sempre in Francia che avvenne il cambio di nome da trionfi a tarocchi (l’etimologia della parola “tarocco” è ancora incerta, né si sa quando e dove le carte cambiarono nomi) dal momento che in alcuni documenti del 1505 ad Avignone questi mazzi di carte sono chiamati “taraux”.
Per quanto riguarda il tarocco marsigliese si sviluppò molto lentamente poiché solo nel 1650 compare il mazzo marsigliese più antico disegnato da Jean Noblet e da allora i tarocchi di Marsiglia son cambiati pochissimo nella titolatura, nell’iconografia e nella numerazione.

Una piccola variazione nell’iconografia avvenne a metà ‘700 quando nelle carte del 2 di denari e 2 di coppe gli stampatori usarono le iconografie per aggiungere i loro nomi, ciò ha permesso di conoscere i nomi di molti stampatori di tarocchi attivi tra ‘700 ed ‘800.
Va specificato che anche se questa tipologia di tarocchi è detta “marsigliese” vi facevano riferimento produzioni che si estendevano per: sud-est della Francia, Svizzera, Italia settentrionale e Belgio.

Sempre a metà del ‘700 vi fu un altra variazione in Francia ovvero i semi dei tarocchi cambiarono divenendo i semi classici della tradizione francese: cuori (coppe) quadri (denari) picche (spade) e fiori (bastoni).
In queste carte gli arcani maggiori cambiarono nomi e figure diventando totalmente slegati dalla tradizione precedente tuttavia continuarono a seguire la numerazione romana. Probabilmente ciò avvenne per due motivi: il primo è che tali mazzi erano creati seguendo le mode (così da essere più facilmente vendibili), il secondo motivo è che la stampa della carta tramite le incisioni di rame era più economica e permetteva una maggior possibilità di variazioni sul tema.

Ultima nota riguardo il Settecento e le carte francesi è quella della nascita delle sibille Lenormand, carte create partendo dalle carte francesi ed inventate da Mademoiselle LeNormand, ma di cui non parlerò in questo articolo, le ho citate perché anche esse sono un metodo di divinazione molto usato e mi è sembrato giusto menzionarle.

Arcano 0 il matto tarocchi Jean Noblet
Arcano 0 il matto tarocchi Jean Noblet

Tarocchi
Jean Noblet

2 di denari

L'ESOTERISMO DEL '700 E '800

Teorie "tarocche" sui tarocchi

Fu durante il “secolo dei lumi” che, nonostante la forte presenza di un pensiero razionale e scientifico si ebbe un ritorno al pensiero magico ed esoterico (la stessa cosa accadrà nell’ Ottocento ndR).

Ed è proprio durante questo secolo che nacque la leggenda del libro di Thot, ovvero un antichissimo testo che secondo gli esoteristi avrebbe contenuto tutti i segreti del mondo nonché il passato, presente e futuro di ogni individuo.

Ed ecco spiegato perché in molti tarocchi nell' arcano del Carro sono presenti due sfingi.

Il primo di questi studiosi a parlare del libro di Thot (che ovviamente non è mai esistito) fu Antoine de Court de Gébelin ( 1724/1728 -1784 ) il quale era amico di Diderot e D’Almebert (gli autori dell’Enciclopedia).
Il de Gébelin nel suo libro “Le Monde primitif analysé et comparé avec le monde moderne considéré dans son génie allégorique et dans les allégories auxquelles conduisit ce génie ” pubblicato nel 1781 parlava di un “libro misterioso salvato dalle biblioteche d’Egitto e portato in Europa dagli zingari sotto forma di un fioco di carte che da secoli va per le mani di tutti” (AA.VV. "Tarocchi dal Rinascimento ad oggi, ed. Lo Scarabeo, 2017, p. 92) i tarocchi per l’appunto.
Manco a dirlo, tutto ciò è falso, così come è falso che come lui afferma la parola “tarocco” deriva da “Ta-Rosh”; parola che in antico egizio significherebbe “sentiero della vita”.
Sempre secondo l’autore i 22 arcani maggiori dei tarocchi, che egli chiama “atous” corrispondono alle 22 lettere dell’alfabeto egizio ed ebraico (si, pure gli ebrei ha chiamato in causa, ma non è l’unico come vedremo tra poco) e che essi venissero utilizzati dagli antichi sacerdoti.

Altro teorico del ‘700 fu Etteilla ( 1738 – 1791 ), pseudonimo di Jean-Baptiste Alliette (lo pseudonimo era il suo cognome al contrario).
Etteilla scrisse numerosi testi, ma uno dei più importanti per la nostra storia fu “Manière de se récréer avec le jeu de cartes nommées tarots” dove faceva riferimento ai 78 geroglifici del gioco dei 78 tarocchi egiziani.
Nel 1788 Etteilla pubblicò un mazzo di tarocchi molto diverso dai mazzi tradizionali sia per immagini che per numeri.

Alla sua morte Alliette lasciò un immenso patrimonio di idee e metodi di lettura ed interpretazioni dei tarocchi, tuttavia sia razionalisti che esoteristi giudicavano assurde le sue idee.

Tra questi vi era Alphone-Louis Constant ( 1810 – 1875 ), meglio noto come Eliphas Levy Zahed il quale nel suo libro “Dogme et rituel de la Haute Magie” divise il primo volume (dedicato ai dogmi magici) in 22 capitoli ognuno dei quali incentrato su una particolare disciplina a sua volta collegata ad una delle chiavi maggiori dei tarocchi.

Il secondo volume invece evidenziava tutti gli errori commessi da Court de Gébelin ed Etteilla (dissing before it was cool) e proponeva una nuova interpretazione dei tarocchi basata sull’origine ebraica di questo strumento.

Inoltre sempre secondo Levy i 78 arcani dei tarocchi “sono il nucleo di un grande sistema rituale in cui convergono pratiche teurgiche di ogni tempo e luogo”. (AA.VV. "Tarocchi dal Rinascimento ad oggi, ed. Lo Scarabeo, 2017, p.95 ).

Una piccola mezione d’onore va fatta Jean-Baptiste Pitois ( 1811-1877 )meglio noto come Paul Christian (di cui non ho trovato foto ) che inventò il termine “lame” per indicare le carte dei tarocchi.

Arriviamo dunque all’ Ordre Kabbalistique de la Rose Croix un gruppo di intellettuali nato nel 1886 i cui membri svilupparono le teorie cabalistiche di Eliphas Levi.
Il fondatore dell’ordine, il marchese Stanislas de Guaita ( 1861 – 1897 ) ipotizzò che le figure dei tarocchi erano espressione di fenomeni fisici e psichici riproducibili sperimentalmente (nell’ Ottocento così come era stato nel ‘700 vi era una forte spinta alla razionalità e sperimentazione e allo stesso tempo c’era un grande interesse per paranormale ed esoterismo). Oltre ciò il marchese sostenne che era necessario correggere le immagini degli arcani maggiori ed affidò questo compito al suo segretario Oswald Wirth, ma di lui ne parleremo dopo.

Sempre all’interno de la Rose Croix vi era Gerard Encausse ( 1865 – 1916 ) che utilizzò lo pseudonimo di Papus e sostenne che i 22 arcani maggiori dei tarocchi erano considerabili come i 22 sentieri dell’albero della Cabbala e che tramite essi era possibile percorrere a ritroso il sentiero che aveva condotto Adamo ed Eva dalla condizione paradisiaca a quella terrestre, quindi per noi utilizzandoli sono la traccia per tornare alla condizione felice del paradiso terrestre.

A questo punto torniamo a parlare di Oswal Wirth ( 1860 – 1943 ) il quale, come scritto poc’anzi aveva ricevuto il compito di ridisegnare gli arcani maggiori e nel farlo inserì nei tarocchi corrispondenze con l’esoterismo, l’alchimia, l’astrologia e la cabbala assieme ad elementi massonici ed insegnamenti iniziatici nascosti nei miti egizi, mesopotamici e greci. ( AA.VV. "Tarocchi dal Rinascimento ad oggi, ed. Lo Scarabeo, 2017, pp. 98-99)

Dopo i Rosa Croce la letteratura sui tarocchi di Marsiglia si può dire esaurita o comunque non vi sono stati altri grandi nomi di cui tener conto …

… fino al Novecento.

Ritratto di Antoine De Court de Gebelin
Ritratto di Antoine De Court de Gebelin

A. De Court de Gébelin

Immagine di Etteilla nel suo studio
Immagine di Etteilla nel suo studio

Marchese de Guaita

JODOROWSKY ED I SUOI "TAROT DE MARSEILLE

Non sono una hater!

Eliphas Levy
Eliphas Levy

Eliphas Levy

Stanislas de Guaita
Stanislas de Guaita

Etteilla

Papus
Papus

Papus

Oswald Wirth
Oswald Wirth

Oswald Wirth

Prima di attirarmi gli odi di tutti voglio fare una premessa:
Non critico il sistema di lettura di Jodorowsky ( 1929 ), non ne critico la numerologia, la forma o i colori delle carte anzi io stessa ho iniziato a leggere i tarocchi grazie a lui e sempre a Jodorowsky devo il fatto di aver trovato un modo diverso di leggere i tarocchi incentrandoli su di me e non sulla mera predizione degli avvenimenti o su cosa fa Tizio o se Caio farà qualcosa.

Detto ciò, andiamo avanti che questo articolo sta venendo lunghissimo.

Nel suo libro “La via dei tarocchi” egli parla di aver trovato un mazzo che ha restaurato assieme a Camoin (l’editore del mazzo ndR) e che questo mazzo ritrovato sarebbe il più antico mazzo di tarocchi di Marsiglia.
Tutto molto bello, ma da che mi risulti Jodorowsky questo fantomatico mazzo non l’ha mai mostrato a nessuno.
Altra nota dolente è che all’interno del suo libro sempre Jodorowsky prima critica tutti i altri teorici dei tarocchi e delle loro teorie (che per carità non erano proprio esatte) per poi utilizzare alcune loro frasi per portare acqua al proprio mulino e qui mi viene da chiedermi che fine abbia fatto la coerenza, se devi parlar male di altri evita di usare le loro parole, ma ok, fingiamo che per rafforzare un concetto ciò vada bene (mica tanto).
Infine parla di come nei tarocchi siano ravvisabili influenze ebraiche, cristiane e musulmane e di come “È probabile che un gruppo di saggi appartenenti a tutte e tre le credenze [cristiana, musulmana ed ebraica n.d.R.], intuendo la decadenza della propria religione che, per la sete di potere, avrebbe inevitabilmente condotto all’odio tra le sette e all’oblio della tradizione sacra, abbia concordato di depositare la conoscenza in un umile mazzo di carte, per preservarla e tenerla nascosta, affinché potesse attraversare le tenebre della storia e arrivare in un lontano futuro dove esseri con un elevato livello di coscienza avrebbero decifrato il suo meraviglioso messaggio.” (Jodorowsky, la via dei tarocchi, ed. Feltrinelli, 2014, pagina 21).
… Che direbbi … apparte che non so se la carta nell’anno 1000 (anno a cui fa riferimento nel libro) fosse già arrivata in Francia, ma restiamo con il dubbio. Come abbiamo visto all’inizio di quest’articolo, le carte si diffusero come gioco e non come strumento di saggezza a partire dal Trecento ed il più antico mazzo di tarocchi che abbiamo è quello della Beinecke Library databili ad almeno quattro secoli dopo quanto dice Jodorowsky.

Ripeto, non ho nulla contro Jodorowsky e/o contro i suoi tarocchi, né contro chi utilizza i suoi tarocchi per le letture, però va tenuto presente, se si studia il suo libro che esso contiene alcune grandi inesattezze storiche.

Fine digressione e passiamo oltre!

GOLDEN DAWN ED EDWARD ARTHUR WAITE

Un nuovo tipo di tarocchi

In contemporanea alla Rose Croix, in Inghilterra nacque l’Order of Golden Dawn (o Alba Dorata) e che venne fondata nel 1888 e riprendeva le idee di Court de Gébelin, Etteilla e Levi modificandole.
Ad esempio secondo i membri della Golden Dawn “tarocco” deriverebbe dall’egiziano “Tarù” che significherebbe “consultare”.

Nel 1903 la Golden Dawn iniziò a disgregarsi e fu allora che le teorie dei suoi rappresentanti uscirono dalla cerchia più ristretta e si allargarono anche al resto del mondo.

E tra quanti ne vennero a conoscenza vi fu Arthur Edward Waite ( 1857 – 1942 ) che nel 1909 diede alle stampe presso l’editore Rider un mazzo di tarocchi dipinto dalla sua discepola Pamela Colman Smith ( 1878 – 1951 )(ed è per questo che il mazzo oggi si chiama Rider-Waite-Smith, a volte abbreviato come Tarocchi RWS).
Il mazzo in questione era ispirato all’esoterismo cristiano (vedasi i numerosi angeli e figure angeliche nelle illustrazioni) e all’astrologia.
In particolare per quanto riguarda l’astrologia va fatto notare che Waite per far coincidere i segni del Leone e della Bilancia con due arcani che li rappresentassero invertì gli arcani della Forza e della Giustizia quindi nei tarocchi Rider-Waite-Smith abbiamo La Forza come Arcano VIII e la Giustizia come Arcano XI.
Questi tarocchi ebbero molta fortuna nel mondo anglofono (in realtà oggi sono utilizzati ovunque) poiché a differenza dei marsigliesi dove le carte numerali sono caratterizzate da un estrema sintesi (ad esempio nel 7 di denari vediamo 7 denari), i tarocchi di Arthur Waite recavano delle illustrazioni sceniche anche nelle carte numerali (il 7 di denari in questi tarocchi presenta un giovane appoggiato ad una zappa che osserva una pianta alla quale sono appesi 7 denari).

Edward Arthur Waite
Edward Arthur Waite

Edward Arthur Waite

Pamela Colman Smith
Pamela Colman Smith

Pamela Colman Smith

ALEISTER CROWLEY ED I TAROCCHI DI THOTH

Il ritorno del libro di Thoth

Ultimo cronologicamente è Aleister Crowley ( 1875 – 1947 )il quale tra il 1938 e il 1942 fece realizzare alla sua allieva Frieda Harris ( 1877 - 1962 ) il “Libro di Thoth” dove Crowley aveva fuso le sue conoscenze tratte dalle tradizioni dell’estremo oriente (nello specifico di Cina e Giappone) e quelle mesoamericane.
Inizialmente si trattava di un vero e proprio libro con le immagini stampate in bianco e nero, tuttavia negli anni ‘70 del Novecento le stampe delle immagini erano così pessime che si decide di stampare in forma di carte i dipinti della Harris (oggi conservati al Warburg Institute di Londra) e fu così che dal “Libro di Thoth” si passò ai Tarocchi di Thoth.

Aleister Crowley
Aleister Crowley
Lady Frieda Harris
Lady Frieda Harris

Aleister Crowley

Lady Frieda Harris

ED OGGI?

Tarocchi per tutti

Ai giorni nostri come possiamo vedere c’è stato uno sdoganamento totale delle tradizioni dei tarocchi, esistono tarocchi dedicati alle streghe, agli angeli, all’amore, agli animali, insomma esistono tarocchi per tutti i gusti e per tutte le tematiche.
Ora come ora chiunque può studiare i tarocchi e utilizzarli, non sono più appannaggio di pochi, ma di molti che li utilizzano per tanti scopi diversi tra cui l’evoluzione e la crescita personale.
Siamo giunti alla fine di questo articolo, spero che le nozioni che vi ho dato vi abbiano interessato, ho cercato di rendere l’articolo un po’ più leggero, ma non so se ci sono riuscita.

Grazie per aver letto l’articolo.

Gioia e luce!
Benedetta

Galleria Immagini
La Giustizia tarocchi Accademia Carrara
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La giustizia tarocchi Etteilla
La giustizia tarocchi Etteilla
Tarocchi di tipo francese
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Tarocchi francesi
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il carro tarocchi di oswald Wirth
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il carro tarocchi Rider Waite Smith
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7 di denari tarocchi rider waite smith
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Imperatrice Tarocchi di Thoth di Aleister Crowley
Imperatrice Tarocchi di Thoth di Aleister Crowley

Tarocchi Accademia Carrara

Tarocchi di Etteilla

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Altri tarocchi francesi

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7 di denari Tarocchi RWS

Tarocchi di Thoth